CRONACA
L’iniziativa
Don Bosco, un centro per formare i giovani
Rinasce un’ala dell’istituto salesiano: un progetto all’avanguadia. Gioco di squadra tra pubblico e privato
Conchita Sannino
Sognare Amazon, dalla Doganella. O il motore di un aereo, cominciando dai motorini ” pezzottati” per strada. L’officina meccanica per loro adesso c’è, è grande quanto quattro aule, già carica di carrelli e cavalletti, prevede anche l’area all’aperto per smontare e riparare motori sotto le fronde di piccole acacie Albizia.
Il laboratorio del sistema logistica, invece, ampio 300 metri quadri e come il resto realizzato totalmente ex novo, affaccia su un agrumento che è già in corso di restauro su progetto di architetti-botanici. « Perché da noi si sa che la bellezza è un vettore potente: nei luoghi in cui si studia, veicola anche rispetto, partecipazione, sviluppo » , spiega Pasquale Calemme, neo-direttore didattico.
«Per questo, accanto a ogni insegnante ci sarà sempre anche il tutor dei ragazzi, perché vogliamo dare sì la formazione più richiesta, che serve a collocarsi nel mondo del lavoro, ma anche educazione, maturazione della persona » , aggiunge don Mimmo Sandivasci, direttore pedagogico. Entro poche settimane, in questi ambienti che odorano ancora di vernici e falegnameria – in un’ala del centro Don Bosco, alla Doganella – nasce un Centro di formazione all’avanguardia: destinato proprio a quegli adolescenti che la scuola tradizionale non riesce a intercettare. Una di quelle esperienze di cui gli under 18, i dispersi della città e del suo hinterland, avevano ( ed hanno) drammaticamente bisogno.
Si comincia con 40 ragazzi
È la ” Scuola del fare”, come l’hanno chiamata tra loro promotori, studenti e famiglie in attesa che si battezzi il nome ufficiale. Repubblica l’ha visitata in anteprima e ha ascoltato le storie dei ragazzi che senza questa opportunità – avevano solo la strada. Due corsi, 20 ragazzi più 20, uno per qualificare operatori e riparatori di automotive, l’altro per i sistemi logistici. Costo totale, 2 milioni. Accesso e frequentazione totalmente gratuiti, come il pc su cui studieranno a casa, comunicazioni in digitale “classroom”. E soprattutto: accanto ai docenti qualificati arriveranno anche i tecnici di grandi partner come Fiat Chrysler, Sda Posta Italiane, Gesac, Garofalo, Sapa e Grimaldi armatori, che poi apriranno a stage e ad apprendistato. Il paradosso, finora, è che sedi al sud di grandi gruppi debbano chiamare personale formato dal nord.
Melissa, Luca e gli altri
Usciranno di qui, i tecnici del futuro. Sono i ragazzi che adesso entrano a “scaldarsi”, increduli. «Quando i miei genitori me l’hanno raccontato, non avevo capito. Poi sono venuta qui, com’è diverso: qui vedi le cose, mentre le fai, non stai solo con la testa sui libri», ti spiega Melissa, che s’era quasi rassegnata a fare la casalinga anzitempo. « Madò, com’è bella, non ci credevo. Io alle superiori non ci stavo andando, abito alle Case Nuove, per fortuna che facevo il doposcuola dai salesiani. Ma all’inizio ho chiesto: ” Logistica”, e che è? Poi mi hanno fatto vedere queste scaffalature e ho detto sì, è il mio sogno lavorare per Amazon» dice M., 14 anni , padre detenuto. Luca, anche lui 14 anni, l’ha presa come un regalo: « I miei si arrabbiavano, all’Itc dove ero iscritto andavo male e non avrei continuato: qui posso stare dalla mattina alla sera sui motori, a chiedere, a usare chiavi inglesi, un sogno». Lunedì, a partire dalle 9 nell’Istituto salesiano ” Menichini” di via Don Bosco 8, per la prima volta questa storia si racconta alla città, in un convegno dal titolo ” Futuri possibili”. Ospiti da tutta Italia.
Formidabile gioco di squadra
Il segreto? Un formidabile gioco di squadra tra privato sociale, fondazioni e anche pubblico, con la Regione. Da don Antonio Loffredo e Calemme della Fondazione San Gennaro a Marco Rossi- Doria fondatore diImparare- fare, dalla scuola d’eccellenza lombarda Cometa ad Antonio Riva della onlus Alberto e Franca Riva, da don Tonino Palmese di Polis e don Fabio Bellini con il Cnos- Fap dei Salesiani per il lavoro ( lunghissima esperienza nel formare lavoratori qualificati, in altre aree italiane), alla cooperativa Il Millepiedi a Palazzo Santa Lucia. L’assessore regionale Chiara Marciani, interrompendo una consuetudine che durava da decenni, ha deciso di investire su specifiche iniziative di formazione i fondi solitamente versati in aggiunta agli istituti superiori, e si «è innamorata del progetto».
Don Loffredo, che ne ha viste di start- up nascere, è emozionato: « Martin Lutero diceva ” Se sapessi che domani il mondo finisce, lo stesso pianterei nel mio giardino una pianta di mele”. E oggi far nascere questa scuola mi sembra piantare un melo. Oggi, sulle capacità di politica, governo, imprese, scuola, chiesa, c’è sfiducia di tanti. La sfiducia genera rancore e il rancore rende tutti miopi e incapaci di coltivare lo spirito. Eppure, oggi a Napoli, con la cooperazione di tanti, stiamo aprendo un laboratorio che sollecita le responsabilità, valorizza rapporti umani, costruisce opportunità verso il futuro».
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Nelle tre foto i nuovi locali del centro Don Bosco che saranno dedicati alla formazione dei giovani