Dramma Sud_articolo Il Mattino Carlo Borgomeo 25 03 2020
DRAMMA SUD SERVONO AIUTI SENZA VINCOLI
di Carlo Borgomeo
In questi giorni drammatici di ansia, di speranza, di difficoltà ad immaginare il futuro, tutti gli sforzi sono giustamente concentrati a rafforzare l’offerta sanitaria: al Nord come al Sud si moltiplicano sottoscrizioni, richieste d’intervento, donazioni. Si cercano con tutti i mezzi forniture di materiali e risorse professionali. E un impegno certamente prioritario e decisivo. Ma intanto la crisi e le misure di contenimento del virus stanno determinando conseguenze devastanti per le persone più fragili: dai minori, alle donne vittime di violenza; dai disabili alle famiglie dei detenuti; dai senzatetto ai migranti; dagli anziani non autosufficienti alle vittime di usura. Alla Fondazione Con Il Sud arrivano continuamente segnalazioni da parte di numerose organizzazioni che con consapevolezza e con grande dignità ci dicono di situazioni
insostenibili; temono che i loro sforzi, spesso eroici, rischiano di essere ampiamente insufficienti: molte continuano il loro lavoro provando a sperimentare modalità di assistenza e di accompagnamento ai soggetti più deboli dovendo evitare o limitare le relazioni interpersonali. Una situazione paradossale per chi è abituato a lavorare in una dimensione cooperativa, comunitaria. Penso anche ai tanti giovani che hanno deciso di rimanere nella propria terra mossi da un forte senso di responsabilità, accettando dure sfide nelle loro imprese sociali; giovani che abbiamo fortemente incoraggiato. Ed intanto la totale mancanza di risorse finanziarie condannerà parecchie organizzazioni all’estinzione, con un indebolimento complessivo del capitale sociale. Siamo evidentemente di fronte ad una situazione di straordinaria gravità, ad una crisi epocale con caratteristiche che nessuno di noi trenta giorni fa poteva immaginare. Vi sono diverse iniziative: le Fondazioni di origine bancaria hanno deciso di sostenere il Terzo settore attraverso l’istituzione di un Fondo di Garanzia nazionale.
Alcuni “pezzi” del Terzo settore potranno avere qualche vantaggio dalle recenti misure adottate dal Governo. Ma tutto questo è insufficiente, soprattutto al Sud che, come sappiamo ha tradizionalmente minori flussi di donazioni private. Le dimensioni della crisi suggeriscono ben altri interventi. E il momento di realizzare un’operazione straordinaria di sostegno al Terzo settore meridionale. Propongo che il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale metta in campo un intervento per sostenere le organizzazioni di Terzo settore (associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e cooperative sociali) mediante la concessione di contributi a fondo perduto da erogare, non in base ad una faticosa selezione di progetti, ma a tutte le organizzazioni che rispondano a requisiti minimi di continuità, di esperienza, di radicamento nei territori. Si decide cioè di sostenere le organizzazioni in quanto tali, nella certezza che la loro presenza garantisce un livello di servizi ed un minimo di coesione sociale indispensabili nella crisi e nella faticosa fase di ricostruzione. Le risorse finanziarie possono essere reperite dai Fondi strutturali: in primis i 500 milioni di euro del Pon inclusione 2014-2020 ancora non impegnati; se necessario disimpegnando alcune risorse Fse destinate a progetti di difficile realizzazione; ed infine verificando la possibilità di utilizzare a tale scopo la splendida intuizione del ministro Provenzano che ha previsto la possibile anticipazione dei fondi Sie 2021- 2027. Prevengo le due principali obiezioni a questa mia proposta. La prima è che i regolamenti, le procedure ed i criteri che guidano l’utilizzo dei Fondi comunitari
sono incompatibili con quest’idea: obiezione molto debole; se non ora quando si potranno modificare regole e procedure che spesso ci appaiono troppo pesanti ed incomprensibili. E poi, per fortuna, in questi giorni sono frequenti sacrosante forzature ed intelligenti innovazioni delle regole comunitarie. E quel che vale per le imprese può valere per il Terzo settore. La seconda obiezione è che un intervento del genere potrebbe dar luogo a qualche spreco. Vi sono esperienze, know how e procedure di controllo che limitano al massimo questo rischio. Ma è un rischio che bisogna mettere in conto rispetto alla rilevanza dell’operazione, come insegna la letteratura relativa a tutte le politiche di emergenza e di ricostruzione. Formulo questa proposta anche in relazione all’esperienza della Fondazione Con il Sud: abbiamo una rete di oltre 6mila associazioni; procedure di valutazione e di controllo collaudate e generalmente ritenute efficaci; abbiamo una
piattaforma informatica capace di gestire enormi flussi di domande (come certifica la gestione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile). E questa esperienza, se lo si ritiene utile, è a totale disposizione del Governo per l’attuazione della proposta che ho formulato. La Fondazione può fare da Segreteria tecnica, può assistere gli uffici del governo, può avere un ruolo più marcato di gestione. E a totale disposizione, ovviamente a titolo gratuito. Spero che
questa proposta, naturalmente da precisare in alcuni aspetti tecnico-operativi, possa essere accolta dal governo. E necessaria per attenuare i disagi imposti dall’emergenza sanitaria; ma è indispensabile in vista della fase di ricostruzione:
giusta l’attenzione al lavoro, alle imprese, alla ricerca. Ma non dobbiamo dimenticare le nostre Comunità: per la ricostruzione occorrerà ripartire dal sociale, soprattutto al Sud.