Progetti

#Ripartodame2: il lavoro è vita

Prosegue Ti racconto di me, la rubrica del progetto di inclusione lavorativa dei detenuti della II° Casa di reclusione Milano Bollate, sostenuto con il contributo di Fondazione Comunità Milano. Questa volta è Mariangela* che ci racconta cosa significa per lei #RipartoDaMe2.

Accettare di far parte del progetto #RipartoDaMe2 non è stato facile, ha significato dover cambiare reparto e lasciare il mio lavoro all’interno del carcere, ovvero la mia certezza.

Il lavoro infatti per me è tutto perché se non lavori e, in automatico, non percepisci uno stipendio, come puoi andare avanti nella vita?! Direi che è impossibile.

A meno che non decidi di farti mantenere da qualcuno (genitori, mariti o conviventi), ma questa soluzione non fa per me. Oppure ricorri alla terza possibilità, quella di fare cose illegali, ma nemmeno questa è la mia scelta.

Quello che intendo dire è che, per quanto mi riguarda, il lavoro è vita, indipendenza, ma soprattutto è esaudire nel limite del possibile i desideri dei miei figli, come comprare una tuta, un hamburger o più semplicemente un gelato. Quindi abbandonarsi ad un periodo di precarietà, soprattutto economica, non è stato semplice, ma non sono di certo una che si tira indietro. Ho deciso di fidarmi della proposta e avere sempre in mente la mia famiglia, la mia ragione di vita, soprattutto nei momenti di difficoltà, mi ha aiutato ad andare avanti senza perdere di vista lo scopo: trovare un impiego stabile fuori dal carcere.

I corsi di Fondazione Adecco ed Enaip sono stati occasione di crescita, ma anche di svago e divertimento. Prepararsi al mondo del lavoro insieme ad altri compagni e compagne mi ha permesso di creare nuove amicizie e coltivare quelle già esistenti in un clima allegro, senza però dimenticare la serietà nel lavoro.

Un momento particolarmente bello è stata la cena conclusiva del corso di ristorazione. Poter condividere con compagni, tutor, insegnanti e tutti coloro che sono coinvolti nel progetto ciò che abbiamo cucinato con fatica e passione è stata una soddisfazione indescrivibile. Ma soprattutto una grande emozione perché era presente il direttore del carcere che ha visto la nostra determinazione e buona volontà tanto che si è congratulato personalmente con ciascuno di noi.

Ora, grazie a Fondazione Adecco, ho trovato un lavoro part-time come banchista e cameriera presso una nota pizzeria. Ho appena cominciato, ma posso già dire di essere contentissima. Avendo avuto esperienze lavorative precedenti in questo campo, sono riuscita ad ambientarmi velocemente. La parte che mi piace di più è potermi relazionare con le persone, soprattutto coi più piccoli che mi fanno pensare ai miei figli. I miei colleghi sono tutti carini e disponibili, mi fanno sentire pienamente parte della squadra. Anzi, il mio responsabile ha deciso di scommettere su di me: nei turni serali mi ha incaricata di gestire i tavoli del giro pizza. Una bella sfida, anche perché questa è l’unica pizzeria della catena ad offrire questo servizio in città!

Sono così contenta di questo impiego che, se non avessi limitazioni orarie, farei sempre chiusura. Mi piace lavorare e, anche se non ho più 20 anni, ho ancora tanta voglia di farlo perché mi fa star bene fisicamente, mentalmente ed economicamente. Mi piace lavorare e spero di continuare il più a lungo possibile con questa bellissima opportunità!

Al prossimo racconto!

* Per motivi di privacy vengono usati nomi di fantasia.